Volge al termine con successo il ciclo di webinar di HTLab
Nella giornata di lunedì 11 aprile si è concluso il progetto “Dall’Uomo alla Tecnologia. I Dialoghi di Humane Technology Lab”. L’iniziativa è stata organizzata dal Laboratorio Humane Technology Lab dell’Università Cattolica, in media partnership con Rai Scuola, e si è articolata lungo un ciclo di tre webinar. Gli eventi hanno visto il coinvolgimento di esperti provenienti dal mondo aziendale, accademico e della pubblica amministrazione, e sono stati moderati da giornalisti specializzati nel settore tecnologia e innovazione. Le tematiche trattate, in linea con la mission del Laboratorio di studiare le interrelazioni tra la tecnologia e le diverse dimensioni dell’esperienza umana, hanno attratto e coinvolto attivamente migliaia di studenti e addetti ai lavori, a dimostrazione del fatto che l’approccio umano centrico nell’analisi delle tecnologie digitali ricopra un ruolo sempre più importante nel dibattitto pubblico ed accademico. Il Direttore del Laboratorio, il Professor Giuseppe Riva, ha presenziato a tutti i webinar, inquadrandoli all’interno delle attività di Humane Technology Lab e intervenendo attivamente durante i dibattiti.
Ad inaugurare la serie di eventi è stato il webinar “Cosa c’entrano le Scienze Umanistiche con le Tecnologie?", in cui hanno partecipato Annachiara Sacchi, giornalista del Corriere della Sera, Roberto Villa, Presidente della Fondazione IBM, e Marco Carlo Passarotti, ordinario di Linguistica dell’Università Cattolica, che da settembre sarà il coordinatore del nuovo corso di laurea magistrale in Computational Linguistics. Roberto Villa, parlando in riferimento alla figura del linguista computazionale, ha reso evidente la crucialità della contaminazione umana della tecnologia, sostenendo che «nel mondo del lavoro saranno sempre più richiesti, da IBM e altre aziende, i profili di coloro che saranno in grado di interpretare grandi moli di dati unendo competenze umanistiche, digitali e tecnologiche» e che «la necessità di sviluppare professionisti con skills interdisciplinari è dovuta al fatto che ogni settore d’industria avrà associato un sistema di IA specifico da saper maneggiare per estrarre conoscenza».
Le tecnologie digitali sono ormai al centro della vita quotidiana di ogni individuo, e il Covid-19 ha contribuito ad accelerare questo processo sdoganando pratiche, come ad esempio il lavoro da casa, poco diffuse nel periodo pre pandemico. Proprio lo Smart Working è stato oggetto di dibattito nel secondo webinar del 30 marzo, che ha ospitato Stefano Besana, EY Wavespace Leader e autore del volume “The Future of Work” e Cristina Tajani, consigliera esperta presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Tajani, sollecitata da Andrea Bettini, giornalista di RaiNews24, si è soffermata sulla contrattazione collettiva come strumento regolatorio del telelavoro, definendo il dialogo tra sindacati e rappresentanti d’azienda come «un esercizio utile per ridefinire le modalità organizzative della prestazione lavorativa in funzione degli obiettivi aziendali e delle specificità di ciascun settore».
A concludere il ciclo è stato un interessante dibattito sulla relazione che intercorre tra creatività e tecnologia, al quale hanno preso parte Giovanni Emanuele Corazza, presidente della Fondazione Guglielmo Marconi e ordinario di Ingegneria delle Telecomunicazioni presso l’Università di Bologna, Andrea Gaggioli, ordinario di Psicologia Generale dell’Università Cattolica, e Chiara Placenti, giornalista per Radio inBlu2000. Secondo Corazza la tecnologia «può certamente aiutare la creatività, dando voce a modalità di espressione impensabili fino a 30 anni fa» ma può anche generare «effettivi negativi sullo span attentivo, che è fondamentale per il tempo di immersione e di incubazione che richiede la creatività».
Leggi anche
-
IA: I Primi Passi nel Mondo dell'Intelligenza Artificiale
-
AI Act, l'Europa e la regolamentazione dell'intelligenza artificiale
-
Il ruolo cruciale dei linguisti nell'Intelligenza Artificiale aziendale